La vita del sommelier e dell’importatore e distributore di vino è ricca di sfide stimolanti, per questo l’ho scelta.

Oggi tiro le fila del primo grande evento che ho organizzato e delle tante cose che ho imparato – e che ancora ci sono da imparare – sui vini del mondo.

Com’è il metodo di degustazione vino del WSET e come si svolge un wine tasting seminar?

Sabato si è tenuto il primo e per ora unico seminario di degustazione con il sistema WSET a Trieste, guidato da Robert McNulty e organizzato da me, attraverso la mia attività Enoteca Adriatica.
È stato, manco a dirlo, un successone.
Avevo già conosciuto Robert McNulty al corso di livello 2 del WSET, ed ero entusiasta delle sua competenza e della sua capacità di trasmetterla con semplicità. I partecipanti ne sono rimasti conquistati.

Poteva andare meglio dal punto di vista manageriale.
Mi sono fatto “abbindolare” da due persone che si sono dette interessate e hanno tenuto i posti occupati fino all’ultimo, per poi rinunciare. Risultato: io che ci rimetto l’ammontare di due quote e altri potenziali interessati che non riescono a partecipare, con un così scarso preavviso.
La lezione che ho imparato è che – se proprio non voglio applicare ricarichi a simili eventi, continuando a vendere le quote a prezzo di costo – devo essere più severo con le iscrizioni e formare una lista d’attesa più nutrita.
Saprò farmi perdonare questa ingenuità da chi è rimasto fuori! 😉

Ma molte altre, e più interessanti, sono le lezioni sul vino che, insieme agli altri partecipanti, ho imparato da Robert.

Il metodo di degustazione del WSET

È molto diverso da quello, che conoscevo, applicato dall’AIS.
Non credo si possa stabilire il migliore o il peggiore, ma, per chi come me fa il sommelier, l’importatore e distributore di vini o in qualche modo lavora nel mondo del vino, è fondamentale conoscerli entrambi per esprimersi in modo appropriato con interlocutori diversi.

È un metodo rigoroso che, attraverso un’analisi il più possibile oggettiva del vino, mira a risalire alla sua essenza e alla sua origine, oltre che a fare considerazioni sulla sua qualità e aspettativa di vita.

Capire dai suoi sentori che vino sia e dove sia prodotto è difficilissimo, dunque divertentissimo Condividi il Tweet

I vini del seminario di degustazione WSET

Appunti di note di degustazione per ciascuna sessione – in tutto abbiamo assaggiato 24 vini!

Vini aromatici e Spumanti

Limpido e di colore giallo limone di media intensità.
Ha profumi di media intensità di albicocca e pesca gialla, mela verde, limone. Non presenta profumi secondari, ma ha note terziarie di miele e idrocarburi.
Ha sapore secco e una spiccata acidità, corpo medio e aromi più intensi di frutta tropicale, con un leggero (leggero leggero) sentore di zolfo.
Hai capito cos’è e da dove viene? L’ho scritto in bianco di seguito, evidenzia la riga che segue con il mouse per scoprirlo (da mobile: lo ripeto in fondo al post).
Quasi tutti abbiamo capito che è un Riesling. La texture oleosa e il bouquet ci dicono che viene dall’Alsazia.
(Trimbach, 2013)

Vini bianchi

Limpido e di colore giallo oro pallido.
Ha profumi di media intensità di fiori, uva fresca e drupe.
Al palato è secco e ha una spiccata acidità, corpo leggero e poco alcol; si sentono in bocca anche aromi di lime e limone.
La freschezza ci dice che non proviene da una zona calda.
Per alcuni e Gewurztraminer; ad altri ricorda il Moscato; altri scartano queste ipotesi, ma non hanno un’idea migliore.
Hai capito cos’è e da dove viene? L’ho scritto in bianco di seguito, evidenzia la riga che segue con il mouse per scoprirlo (da mobile: lo ripeto in fondo al post).
È Torrontes dalla valle Calchaqui, in Argentina.
(Bodegas El Estaco, 2016)

Vini rossi

È limpido e di color rubino intenso.
Nei profumi, di media intensità, si riconoscono note di caffè, tostato, mirtillo, amarene ed erbe.
Il sapore è secco, l’acidità è media e medi sono i tannini. Il corpo è pieno e la sensazione alcolica è elevata. In bocca si sentono ancora aromi di prugna e vaniglia.
Il balsamico fa pensare al Merlot, ma ha tannini troppo alti per esserlo. Dobbiamo escludere anche il Cabernet Sauvignon, poiché non è abbastanza acido. Manca completamente del tipico sentore di pepe nero dello Shiraz. Ha il calore del Nuovo Mondo, ma è molto fresco per essere californiano…
Hai capito cos’è e da dove viene? L’ho scritto in bianco di seguito, evidenzia la riga che segue con il mouse per scoprirlo (da mobile: lo ripeto in fondo al post).
È Carmenere dalla valle Colchagua, in Cile.
(Montes, 2014)

Vini fortificati (tre sherry e tre porto)

È limpido e ha un colore granato di media intensità.
Al naso ha profumi di rosa, chiodi di garofano, frutta sotto spirito, prugna cotta.
Anche in bocca rivela aromi di marmellata, prugna cotta e spezie dolci, è dolce e abbastanza acido, tannini modesti e buon corpo.
Pesiamo tutti sia un (ottimo) porto.
Hai capito cos’è e da dove viene? L’ho scritto in bianco di seguito, evidenzia la riga che segue con il mouse per scoprirlo (da mobile: lo ripeto in fondo al post).
È un Fine Old Vintage, un vino fortificato prodotto, nello stile e con le uve del Porto, in Sud Africa.
(Allesverloren, 2010)

L’aspetto deprimente della faccenda è che ci vuole una competenza immensa per attribuire con esattezza determinate caratteristiche a determinati vini, oltre che molta abilità a riscontrarle nel bicchiere.

L’aspetto consolante, che mette una gran voglia di approfondire, è che abbiamo visto che è possibile.
Se si riescono a riconoscere e collocare correttamente (o sbagliando di poco) le tipologie di vino conosciute, dunque, più se ne conosceranno e più se ne riconosceranno.

 

Non resta che studiare e assaggiare!