Uno dei motivi per cui amo il mondo del vino e sono diventato sommelier è che assaggiare vini di provenienze diverse equivale un po’ a viaggiare: si scoprono luoghi, se ne deduce il clima, se ne immagina il paesaggio, ci si accosta alla loro storia… senza muoversi da Trieste!

Sono percorsi affascinanti, ma a me piace partire e andare a vedere il mondo. Quali posti migliori, dunque, se non quelli in cui nascono i vini che bevo e che importo?

All’inizio dell’anno, allora, con mia moglie ho fatto un breve – dal punto di vista del tempo, non dei chilometri – viaggio in Francia, a vedere luoghi quasi mitologici, finora conosciuti solo attraverso i libri.

Il 31 dicembre abbiamo fatto tappa a Mâcon per pranzare e procacciarci tonnellate di formaggi locali da consumare per cena in hotel, come promesso a mia moglie… ché ancora non ho abbastanza clienti per permettermi il cenone di Capodanno in Borgogna!

Abbiamo poi proseguito per Beaune e i villaggi della Côte d’Or.

A Beaune, proprio di fronte all’Hôtel Dieu, c’è una splendida libreria acchiappa-turisti fornita di innumerevoli pubblicazioni sul vino e sulla Borgogna, souvenir e articoli da regalo per winelovers, giochi in scatola e cartine. La combinazione topografia-enologia si è rivelata irresistibile per me e mia moglie, e abbiamo fatto incetta di mappe, ma anche di giochi in una lingua che non sappiamo.
Per ora, quello che preferiamo è Quiz du Caviste, che ha domande abbordabili ed è veloce a giocarsi.

In molti villaggi della Côte d’Or siamo stati solo di passaggio, andando a visitare Digione, bella, ma fredda in modo inaspettato, persino più fredda della Borgogna, dove le viti, come si vede dalle foto, erano letteralmente glacée.

Il tempo è stato più clemente nei giorni successivi, in Champagne e Alsazia, dove ci siamo recati soprattutto per conoscere di persona i produttori dei vini che importo.

Anche la permanenza in Côte de Beaune, a dirla tutta, non è stata pura vacanza: finalmente ho potuto incontrare Nicholas, titolare di Maison Harbour e négociant di Grand Cru e Premier Cru di Borgogna. Ci siamo fatti reciprocamente un’ottima impressione e fra i miei obiettivi per il 2017 c’è anche quello di portare a Trieste un po’ dei suoi vini.
Abbiamo avuto il privilegio di assaggiarli con il produttore e ne siamo rimasti – com’era prevedibile – estasiati.