ProWein 2018

ProWein 2018

Quest’anno sono riuscito finalmente ad andare al ProWein, la fiera del vino di Düsseldorf dedicata solo ai professionisti del settore. Non vedevo l’ora di visitarla, sia perché ha un’ottima reputazione, sia perché – da sommelier e importatore – volevo scovare qualche nuova chicca per i miei clienti.

Sono partito sabato 17, in tarda mattinata, dopo aver evaso gli ultimi ordini di Enoteca Adriatica, con un bagaglio essenziale.

Giunto a Düsseldorf, la prima cosa che mi ha colpito della città è stata la temperatura rigida.

Sebbene io non sia un tipo freddoloso, otto gradi al di sotto dello zero mi mettono un po’ alla prova. Scoprirò poi che è stata una delle edizioni più fredde in assoluto.

DOMENICA

Domenica mattina è il mio primo giorno di ProWein.

Vado in fiera con la metropolitana, nel vero senso della parola, poiché la fermata è letteralmente all’interno della fiera. Per i partecipanti, i mezzi pubblici sono gratuiti.

All’entrata ci sono diversi guardaroba (anch’essi gratuiti), gestiti molto efficacemente, tanto che accedo alla manifestazione in meno di cinque minuti, coda ai tornelli inclusa.

Ho l’agenda molto piena, così mi dirigo al padiglione austriaco sforzandomi di non farmi distrarre, per il primo appuntamento della giornata: la cantina Waldschütz, che i clienti di Enoteca Adriatica, specie quelli più competenti, conoscono e apprezzano molto.

Tra i vini che assaggio, il Riesling Venesse 2017 promette molto bene, pur dimostrando ancora di essere appena imbottigliato, mentre l’eccellente Steinvision, di cui è uscita la vendemmia 2016, mi sembra perfino superiore all’annata precedente.

Nel corso della stessa giornata visiterò anche altre cantine che già importo, le francesi Ginglinger-Fix dell’Alsazia (notevoli il Riesling 2017 e Gewurztraminer Prestige 201) e Domaine de la Janasse del Rodano (novità in arrivo).

Ma sono qui in cerca di sorprese, più che di conferme.
Per un produttore italiano che non rispetta un appuntamento ce n’è un altro che mi riceve senza preavviso: allo stand della cantina Ferraris Agricola mi faccio una cultura sul Ruchè, e trovo molto interessante il Vigne del Parroco 2016.

Il programma della giornata mi porta anche in Spagna e Cile, ai cui stand ho assaggiato vini molto validi.

All’uscita della fiera, oltre alla frequente metropolitana, c’è una flotta di bus che fa continuamente la spola con il centro storico, così arrivo comodamente a cena in un locale specializzato in patate arrosto (per la serie “si fa quel che si può con quel che si ha”), che io scelgo arricchite con mele, pancetta e cipolle: praticamente una sorta di “patate in tecia” triestine con un tocco di friulanità! Non un piatto gourmet, ma saziante e consolatorio quanto basta alla fine di una giornata densa e gelida… le ricordo con un certo affetto.

LUNEDÌ

Che c’è di meglio dello Champagne per raddrizzare quello che è pur sempre un lunedì mattina? Nulla, infatti, così il mio primo appuntamento è con la maison Croix d’Irval – altra che già importo –  per assaggiare i nuovi vini e accordarci su un paio di eventi alla presenza del produttore che sto organizzando a Trieste per metà aprile.

Resto nella zona dello Champagne per conoscere un altro produttore, una maison di Champagne Gran Cru, che mi hanno colpito al punto da voler fare un’importazione di prova, per vedere come questi “top di gamma” saranno recepiti dal mercato italiano.

Mi accanisco, poi, sul modo ispanofono, provando ottimi vini provenienti da Spagna e Argentina, ma è nuovamente l’Austria che mi convince al primo sorso, tanto da decidere di aggiungere al mio catalogo una terza cantina austriaca, di una nuova zona, produttrice prevalentemente di vini rossi e dolci (sono sicuro che i miei clienti saranno contenti di questa scelta).

Il mio ProWein finisce già qui, poiché, a causa di maltempo e sciopero (di cui non ho percepito i disagi) ho preferito rinunciare alla visita del martedì mattina, per dirigermi subito all’aeroporto.

Sono molto contento dell’esperienza e non vedo l’ora di poterla ripetere.

Mi hanno entusiasmato sia l’organizzazione (trasporti, guardaroba, bagni puliti alle 18.00…), sia l’atmosfera, professionale e davvero focalizzata sul business, anziché sull’andare a bisbocciare in gita, come invece succede a Vinitaly, la cui differenza con l’Oktoberfest è sempre più sottile.

A proposito di Vinitaly, giusto per fare una comparazione: il biglietto per il ProWein costa 60€, è valido per tutti e tre i giorni della fiera e include i trasporti (in tutta la città, non solo da e per la manifestazione) e l’efficiente guardaroba; l’ingresso a Vinitaly costa 85€ per un giorno o 150€ per tutti i giorni, e implica forte motivazione all’uso dei mezzi pubblici o forte rassegnazione a invecchiare nel traffico.

Ciò detto, è innegabile che Vinitaly rappresenti un valore e un’occasione di scoperta per chi lavora nel mondo del vino, e che meriti lo sforzo, ancora.

Nei prossimi mesi, dunque, ci saranno diverse novità per i clienti di Enoteca Adriatica.
Potete assicurarvi di restare aggiornati iscrivendovi alla sua sporadica Newsletter (da dove passano anche le promozioni).