La stagione 2016-2017 degli eventi organizzati dalla delegazione di Trieste dell’Associazione Italiana Sommelier si è ufficialmente aperta venerdì 23 settembre con una ricca serata dedicata ai vini dell’Austria, in collaborazione con l’Austrian Wine Marketing e con la partecipazione del direttore Willi Klinger e di Christian Bauer di Wein & Kultur.

Una serata simile si era tenuta a Udine la scorsa primavera – quando ancora non avevo aperto Enoteca Adriatica – e in quell’occasione avevo preso i primi contatti per iniziare le importazioni proprio grazie a Christian.

L’evento dello scorso venerdì è iniziato con una panoramica sulle zone e gli stili vinicoli dell’Austria ed è proseguito con la degustazione di diciassette vini.

Nel suo invidiabile italiano, perfezionato nei sei anni da export manager in Gaja, Herr Klinger illustra dapprima la situazione del vino in Austria.

Storia del vino in Austria

La coltivazione della vite e la vinificazione come le conosciamo oggi hanno in Austria origini antiche come in Francia.

Sebbene già in tempi pre-romani vi si producesse vino (vinaccioli di vitis vinifera sono stati ritrovati nel Burgenland in una tomba celtica risalente all’ VIII secolo a.C.), le invasioni barbariche dell’anno Mille hanno causato una drastica cesura nella viticoltura austriaca, che riprende solo grazie al lavoro dei monaci tra il X e il XIII secolo.

Nei secoli seguenti la produzione di vino acquista sempre maggiore importanza in Austria. Nel Cinquecento si hanno la prima indicazioni sulla provenienza del vino e il primo importante trattato di viticoltura; nel 1860 si arriva alla fondazione di quella che oggi è la più antica scuola di viticoltura al mondo.

Dopo lo scandalo del vino adulterato di ormai trent’anni fa, l’Austria non si limita a sanzioni e politiche più severe per il futuro, ma soprattutto introduce un capillare e sistematico controllo sulla tutta la produzione.

Negli anni immediatamente successivi allo scandalo, i vini dell’Austria devono fare i conti con la naturale diffidenza del mercato, ma già negli anni Duemila si affermano per l’elevata qualità, ottenendo risultati eccellenti in competizioni internazionali che li vedevano sfidare le cantine più blasonate del mondo.

I vitigni più rappresentativi dell’Austria

In Austria, circa due terzi dei vigneti sono coltivata con uve a bacca bianca.

Il vitigno più diffuso e rappresentativo è il Grüner Veltliner, che a dispetto del nome (“Veltliner” significa “valtellinese”, ma non ha nulla a che fare con l’Italia) è quasi certamente un vitigno autoctono austriaco; su 13.500 dei quasi 46.000 ettari di vigna dell’Austria cresce Grüner Veltliner.

Il secondo vitigno più coltivato in Austria è lo Zweigelt (quasi 6.500 ettari, meno del 15% del totale nazionale), un ibrido a bacca rossa creato, negli anni Venti da Fritz Zweigelt nell’istituto di viticoltura di Klosterneuburg, incrociando Franconia (Blaufränkisch) e St. Laurent (autoctono).

Tra i bianchi, sono coltivati con ottimi risultati anche il Riesling (la cui qualità è testimoniata proprio dalla grande fama che il Riesling austriaco ha conquistato pur rappresentando in realtà il 4% dei vigneti), il Pinot Bianco, lo Chardonnay, il Sauvignon e il Müller-Thurgau. Vino bianco ancora più caratteristico dell’Austria, però, è quello ottenuto dal Gemischter Satz, la famosa Vigna mista: rispettando una tradizione di produzione molto antica, le uve di diversi vitigni coltivati sullo stesso terreno vengono vendemmiate e vinificate contemporaneamente. Com’è facile immaginare, il risultato è un vino straordinariamente articolato, ma solitamente sempre fresco e leggero come tutti i vini austriaci.

A trent’anni di distanza, lo scandalo del vino al metanolo – che abbiamo avuto più o meno nello stesso periodo anche in Italia – in Austria sembra il ricordo evanescente di una vita precedente.

Oggi, infatti, l’11% della vite è coltivata con metodo biologico certificato (in un paese che ha in generale il 18% di agricoltura biologica) e i controlli restano rigorosi.

È nata, inoltre, una nuova certificazione, “Sustainable Austria” che certifica l’eco-sostenibilità di tutta la filiera produttiva.

Denominazioni e zone vinicole dell’Austria

In Austria, la normativa sulle denominazioni del vino è piuttosto semplice. Si distinguono tre macro-categorie, all’interno delle quali, naturalmente, si fanno distinzioni ulteriori e si collocano i vari disciplinari:

1) Vino senza indicazione geografica o denominazione di origine protetta

2) Vino a indicazione geografica (Landwein)

3) Vino a denominazione di origine protetta (Qualitätswein)

Le cose si fanno interessanti con i Qualitätswein; i più rappresentativi, prodotti secondo disciplinari che ne garantiscono la tipicità, sono DAC (Districtus Austriae Controllatus).

Le principali quattro regioni vinicole dell’Austria si trovano tutte nella parte orientale del paese, dove le Alpi lasciano spazio a rilievi più bassi e adatti all’allevamento della vite, ma non per questo necessariamente facili da coltivare.

La latitudine di produzione è compresa tra quella della Champagne e quella della Borgogna, ma risente dei climi pannonico e mediterraneo.

Al loro interno, sedici zone vinicole specifiche:

Niederösterreich – comprende Wachau, Kremstal, Kamptal, Traisental, Wagram, Weinviertel, Carnuntum, Thermenregion

Burgenland – comprende Neusiedlersee, Leithaberg, Mittelburgenland, Eisenberg

Steiermark (Stiria) – comprende Vulkanland Steiermark, Südsteiermark, Weststeiermark

Wien

Sta per entrare in vigore anche un disciplinare per la produzione di Sekt, il vino spumante austriaco, che prevede tra le altre cose che le uve debbano provenire al 100% dall’Austria, che il metodo di spumantizzazione sia quello classico, che ci siano dei periodi minimi obbligatori di affinamento sui lieviti e la possibilità di indicare il vigneto in etichetta.

Si producono piccole quantità di vino anche in Vorarlberg (al confine con la Svizzera), Tirolo, Salisburghese, Oberösterreich e Carinzia.

La varietà di suoli – roccioso (gneiss, graniti, scisto e talvolta marmi); di sabbia pressata (löss); vulcanico; di marne; calcareo – e la diffusione relativamente omogenea dei vitigni rende i vini dell’Austria particolarmente interessanti per i confronti che permettono di fare.

Degustazione di 17 vini austriaci

1. Metodo classico, Chardonnay e Pinot Nero, 2011, Schlumberger Wein- und Sektkellerei

Cantina fondata nel 1847 da un cantiniere di Ruinart trasferitosi a Vienna.

Fresco e sapido, si sentono i lieviti e le note di Chardonnay. Discreta complessità e persistenza.

GRÜNER VELTLINER

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2. Grüner Veltliner Weinviertel DAC – 2015, Taubenschuss

Leggera nota pepata, alcol moderato, leggero, frutta non matura, mela verde, pera. Piacevole in bocca, facile, mineralità molto leggera. Non molto persistente, ma che si fa bere con entusiasmo.

3. Grüner Veltliner Kamptal DAC – 2014, Schloss Gobelsburg

Più caldo e di colore più intenso. Vendemmiato due settimane più tardi del consueto, essendo stata quella del 2014 un’annata difficile e piovosa, è una sorta di vendemmia tardiva secca. Si sente la surmaturazione, leggera e avvolgente. La sapidità è elegante e il vino è persistente.

4. Grüner Veltliner Kremstal DAC – 2013, Stadt Krems

Più intenso e con maggiore alcolicità.

Vino dinamico, vivo, meno rotondo, ma con personalità prorompente, pur elegante.

5. Grüner Veltliner Wagram – 2013, Josef Fritz

Profumi di pasticceria, rotondo, cremoso, grazie alla coltivazione sul terreno di löss, la sabbia compatta.

Non ha rispondenza immediata tra naso e bocca e presenta un retrogusto quasi floreale. Si sente il legno. Ha note speziate e affumicate leggere che non derivano dal legno, ma dall’ossidazione in botte grande.

6. Grüner Veltliner Wachau – 2011, Prager

Più minerale, dovuto al terreno roccioso del Wachau. Ha una buona alcolicità e buone acidità e struttura.

Gusto e profumi sono particolari: minerali di grafite e sentori polverosi. La frutta è matura, ma non surmatura, nonostante l’annata calda. Sentori di fieno, fieno bagnato. La sapidità finale avvolge il palato e resta in bocca anche dopo aver deglutito.

Curiosità: questo Grüner Veltliner viene dalla zona che produce la maggior percentuale di Riesling.

RIESLING

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7. Riesling Wachau – 2015, Pichler

Lievissima rifermentazione. È un vino spritzig, in cui si sente ancora la CO2 tipica dei vini giovani, destinata a dissiparsi, espressione di vitalità e “allegria” del vino. Ha netti profumi di albicocca e pesca disidratata. Al naso, fiori bianchi.

8. Riesling Kamptal DAC – 2013, Jurtschitsch

Forti sentori di idrocarburo, classici del Riesling. Scattante, vibrante, molto vivace.

9. Riesling Wachau – 1999, Domäne Wachau

Tipico sentore di idrocarburo del Riesling. Una volta che la mineralità si fa da parte riemergono l’albicocca e la frutta gialla.

ALTRI BIANCHI

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10. Wiener gemischter Satz DAC – 2015, Fuhrgassl-Huber

Bouquet floreale, nota acida leggermente superiore alla sapidità, che a temperature basse emergerebbe di più.

Lascia la bocca pulita, elegante, e invita ad essere bevuto.

Ad ogni sorso sembra di sentire un diverso vitigno. Ciascuno di essi reagisce diversamente alle comuni condizioni microclimatiche e si esprime in modo unico.

11. Chardonnay Wien – 2013, Wieniger

Frutta esotica, tropicale, buccia di ananas matura, note burrose e vanigliate.

12. Sauvignon Blanc Südsteiermark – 2008, Tement

Naso ampio e complesso. Erbe aromatiche, sentori tipici come la foglia di pomodoro e il peperone; lunghissima la persistenza. Cresciuto su territorio calcareo, corposo, ma mai pesante.

ROSSI

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13. Blaufränkisch Mittelburgenland DAC – 2012, Josef u. Maria Reumann

Ciliegia, frutti di bosco, mirtilli, lamponi.

Elegante, fresco, delicatamente sapido, con tannini non troppo verdi e non aggressivi, lascia la bocca pulita.

Ricorda un po’ lo Syrah.

14. St. Laurent Thermenregion – 2012 Stift Klosterneuburg

Vitigno austriaco parente del Pinot Nero.

Colore leggermente scarico e sentori di viola e frutti rossi.

15. Cuvée Pannobile Burgenland – 2012 Andreas Gsellmann

Forte sentore di terra bruciata.

Tannino particolare, gusto leggermente amaro

DOLCI

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16. Chardonnay Burgenland Beerenauslese – 2013 Tschida

Vino-chicca perché Chardonnay dolce, è stato per anni il vino austriaco più venduto nelle carte del vino di tutto il mondo (18.000 bottigliette vendute solo in Italia negli anni Novanta).

Sentori complessi di datteri, miele, fichi, con la freschezza e l’acidità dello Chardonnay.

17. Eiswein Burgenland – 2013 Payer

Cuvée di Welschriesling e Grüner Veltliner, affumicato, crema pasticciera, idrocarburo, cioccolato bianco, persistente. Pur avendo anche questo un residuo zuccherino molto altro lascia la bocca fresca ed asciutta pronta per il successivo bicchiere.