LA SICILIA

 

Il 19 aprile, alle serate di approfondimento organizzate dalla delegazione di Trieste dell’Associazione Italiana Sommelier, è stata la volta della Sicilia, regione dalla lunga tradizione vinicola che solo da pochi anni sembra guadagnare l’attenzione che merita.

La Sicilia – inizia Francesco Tiralongo, Senior Strategy Consultant Sales & Marketing di Donnafugata – è la quarta regione italiana per produzione di bottiglie di vino e vanta circa, al 2015:

90 Cantine
3.000 viticoltori
24.000.000 di bottiglie

Il 68% vigneti della DOC Sicilia sono di varietà autoctone e in regione si produce il 38% di tutto il vino di vino biologico nazionale.

Le varietà autoctone principali della Sicilia sono:

Grecanico
Un tempo più diffuso, dopo l’invasione di fillossera è comune solo nella provincia di Trapani.
È un vitigno che si ritiene avere origine greca e che presenta profumi affini a quelli del Sauvignon, con il quale, però, non imparentato dal punto di vista ampelografico.

Inzolia (Ansonica)
Anche questa varietà è diffusa soprattutto nella provincia di Trapani, ma a differenza del Grecanico è presente anche in altre zone della Sicilia.
È un’uva resistente, la cui pianta si distingue per produrre poche foglie e tanti grappoli.
Dà vini longevi.

Catarratto
Di questo vitigno esistono due varietà: bianco e lucido, entrambi denominati per l’aspetto degli acini.
La caratteristica che contraddistingue il Catarratto è la sua elevata acidità, che dà vini molto freschi.

Grillo
È senz’altro il vitigno autoctono siciliano a bacca bianca più noto.
Tradizionalmente venica coltivato ad alberello, oggi si preferisce allevarlo a spalliera bassa, che permette di ottenere una qualità complessiva migliore.
Presenta un elevato grado zuccherino, il che lo rende molto usato nella produzione del Marsala.

Zibibbo
Vitigno tipico e quasi esclusivo di Pantelleria, dove viene coltivato a fatica con opere di terrazzamento e di costruzione di muri a secco, tenendo le piante basse (spesso in conche appositamente scavate) per proteggerle dal forte vento che soffia sull’isola.

Frappato
Vitigno a bacca rossa molto antico, prevalentemente diffuso nelle province di Ragusa e Siracusa.
È noto perché, insieme al Nero d’Avola, compone il Cerasuolo di Vittoria, una delle DOCG della Sicilia.

Perricone
Progressivamente sostituito con altri, questo vitigno sta diventando sempre più raro.
Quello che ancora viene coltivato si trova soprattutto nelle provincie d Palermo, Messina e Agrigento.

Nero d’Avola
Probabilmente il vitigno autoctono più famoso della Sicilia.
Ottima acidità, dà vini destinati all’invecchiamento, fiore all’occhiello della produzione siciliana.

LE AZIENDE

 

Sommelier-Trieste-Degustazione-Sicilia

Donnafugata

Marchio nato nei primi anni Ottanta, da una famiglia con una lunga tradizione vinicola.
Attualmente conta tree tenute: Contessa Entellina (Cantina di vinificazione e 270 ha vigneti), Marsala, Pantelleria (Cantina di vinificazione 78 ha vigneti in 14 contrade differenti).
Il nome si riferisce alla storia, narrata anche ne Il Gattopardo, della regina Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, che si rifugiò in quelle che oggi sono le tenute della famiglia Rallo quando lasciò Napoli fuggendo dalle truppe napoleoniche.
Il portavoce dell’azienda sottolinea l’attenzione di Donnafugata per l’ambiente e la scelta di calcolare e dichiarare in etichetta l’impronta ecologica delle proprie produzioni, portando l’attenzione su alcune pratiche salva-ambiente che la cantina mette in atto, come la vendemmia notturna con l’ausilio di illuminazione alimentata da un impianto fotovoltaico, la scelta di realizzare le bottiglie con vetro leggero o la barricaia sotterranea scavata nel tufo, che permette un notevole risparmio energetico.
Portato ad esempio dell’impegno dell’azienda nella conservazione e promozione di pratiche di viticoltura tradizionali, invece, è l’alberello pantesco (prima pratica agricola ad essere stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO), forma di allevamento antica quanto efficace, poiché fa sì che solo la parte superiore della pianta emerga dalla conca in cui è piantata, tenendola al riparo dal vento.

Cusumano

Elvio Mobili, piemontese, responsabile dell’esportazione presenta una delle più giovani aziende vinicole siciliane, fondata nel 2000 e giunta in pochi anni a esportare in circa 50 paesi, producendo 2.500.000 bottiglie di vino con uve proprie.
Per raggiungere l’obiettivo, semplice quanto ambizioso di “fare vini buoni”, l’azienda ha ingaggiato un enologo piemontese (Mario Ronco, enologo di Accornero e Marchesi Alfieri), una scelta inusuale per una azienda siciliana.
L’azienda vinicola Cusmano ha la propria sede a Partinico (26 km est Palermo), in una cantina di vinificazione autoalimentata dal fotovoltaico.
Tutti i vigneti sono al di sopra dei 350 mslm
Nella tenuta di Ficuzza, a quasi 700 mslm, nei pressi del lago Scanzano, si producono prevalentemente bianchi; nel circondario di Monreale Syrah e Merlot; nei pressi di Pachino altri rossi.
Nel vigneto di San Giacomo di Butéra, invece, si coltivano le uve con cui verrà prodotto il Sàgana, premiatissimo Nero d’Avola, estremamente rappresentativo dell’identità del vitigno e della qualità che può raggiungere il vino da esso ottenuto.
Alta Mora (chiamato così per il colore e l’altitudine del terreno su cui crescono le vigne), invece, è prodotto alle pendici dell’Etna e mostra prerogative completamente diverse da quelle degli altri vini siciliani.

La cantina di Castiglione di Sicilia, alle pendici dell’Etna, in contrada Verzella, è scavata nella lava ed è il luogo in cui la cantina Cusumano produce tutti i vini dell’Etna.
I vigneti di contrada Guardiola si sviluppano su terrazzamenti a secco tra gli 800 e i 1000 metri; quelli in contrada Pietramarina, che deve il suo nome al fatto che un tempo vi arrivava il mare, a “soli” 600 metri di altitudine. Tutti, grazie alla combinazione fra posizione, esposizione e terreno, danno vini eleganti e longevi.

Tasca d’Almerita

La terza cantina che si presenta è Tasca d’Almerita, al cui portavoce non resta molto da dire sulla regione, e al quale non resta che raccontarla attraverso il video realizzato dalla cantina stessa “A Glass of Sicily”

L’avventura di Tasca d’Almerita inizia nella Tenuta Regaleali, a Sclafani Bagni, che è stata acquistata nel 1832 dalla famiglia che tutt’oggi gestisce l’azienda, giunta, dunque, all’ottava generazione di produttori di vino.
Una nuova spinta si all’attività aziendale avviene negli ultimi anni, quando, cioè, sono è acquisita la tenuta di Capofaro a Salina(Isole Eolie, 2002) – dove viene coltivata soprattutto Malvasia e dove è stato aperto un resort la cui offerta consiste proprio in una vacanza a contatto con la vita dei produttori di vino – e quando si decide di dedicarsi alla produzione di vino anche nelle zone dell’Etna e di Marsala.

DEGUSTAZIONI

 

Sommelier-Trieste-Sicilia-AIS

1. Almerita Extra Brut 2009 (Tasca d’Almerita)

Zucchero < 6mg/l
Chardonnay metodo classico prodotto in montagna.
La vendemmia inizia verso il 10 agosto.
36 mesi sui lieviti + un anno in bottiglia

Netta frutta gialla, tipica dello Chardonnay.
Evidenti i lieviti e la crosta di pane.
Bolla persistente e bolla fine

Generalmente è longevo e dura anche 10 o 12 anni.

Colore intenso, dovuto al tanto sole.
Bruno sente la frutta esotica matura e soprattutto i lieviti
Molto persistente.

2. Vigna di Gabri, 2014 (Donnafugata)

Unico “cru” di Donnafugata, poiché ottenuto da singolo vigneto Contessa Entellina (DOC Sicilia).
In prevalenza Ansonica. Affinato per 4 mesi all’85% in vetrocemento e al 15% in barrique di rovere francese al primo passaggio. Affina, poi, per 8 mesi in bottiglia.
Altri vitigni: Catarratto, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Viogner
Nato su terreno ricco di minerali, prevalentemente calcareo.
5 q/ha di resa

Bel colore, forte mineralità al naso, ottima acidità in bocca.
Lievi sentori di mentuccia e camomilla.

Da segnalare che l’annata 2014 è stata climaticamente regolare nella zona.

3. Alta Mora, Etna Rosso 2014 (Cusumano)

Nerello Mascalese in purezza ottenuto, per il momento, da diversi vigneti.
L’azienda (Cusumano), infatti, il prossimo settembre imbottiglierà il cru di Guardiola.
Grande equilibrio fra acidità e morbidezza, difficile determinarne l’età.
Tannini morbidi, ma mascherati dall’acidità.

4. Sàgana (Cusumano)

Dal verbo siciliano “saganare”, nascondere, riferito alla pratica di pagare i braccianti in natura, e all’abitudine dei braccianti di nascondere per sé i vini buoni.
Prodotte solo 25.000 bottiglie.
Complesso e “completo”.
Da abbinare a piatti complessi, strutturati, con caratteristiche “pungenti, “taglienti”: piatti speziati, non necessariamente di carne.

5. Rosso del Conte, 2011 (Tasca d’Almerita)

63% Nero d’Avola, altri rossi.
Passaggio in barrique (tra il 1970 e il 1978 in legno di castagno)
Sanguigno e con note vegetali pronunciate.
Ematico, speziato, erbaceo e vegetale allo stesso tempo.
Persistente e sapido. Complesso e capace di sorprendere.
Sembra più nebbiolo, per i sentori di viola.
Spezie caraibiche e noce moscata

6. Ben Ryè 2012 (Donnafugata)

100% Zibibbo
Vino dolce fresco e sapido allo stesso tempo, che fa sì che non sia stucchevole e lo rende adatto ad essere abbinato a molte pietanze, anche meno convenzionali.