Da venerdì 6 a domenica 8 luglio si è tenuta a Grado la terza edizione di Ein Prosit Grado, sorta di “edizione estiva” della manifestazione dedicata agli amanti del vino da anni organizzata in autunno a Tarvisio.
L’evento gradese è giunto quest’anno alla terza edizione e non ha deluso per offerta di vini ed eventi collaterali.
Anche i miei amici sommelier di Trieste hanno visitato Ein Prosit Grado 2018 e condividono con me l’impressione positiva. Hanno anche avuto modo di prendere parte alle degustazioni guidate, e me ne hanno confermato il consueto ottimo livello.
Per quanto mi riguarda, quest’anno (qui il mio Ein Prosit 2017) la mia qualifica di sommelier mi ha portato dove mai credevo di andare: a servire Prosecco!
Chi mi conosce sa che il Prosecco è un vino che rispetto, perché ne conosco esempi di qualità e ne conosco la storia, ma di cui non amo la popolarità, che ritengo esagerata e dannosa al “buon Prosecco”, perché valorizza eccessivamente prodotti che non lo meritano, omologando l’immagine, a scapito di produttori virtuosi.
Soprattutto, detesto il concetto di “prosecchino” inteso come vino usa e getta, consumato tanto per bere, tanto per fare qualcosa, tanto per farsi vedere.
È stato interessante e incoraggiante, invece, confrontarsi con le persone che sceglievano il Prosecco per le loro degustazioni, poiché molte si sono mostrate preparate e curiose.
Non sono mancati coloro che venivano a farsi versare “un prosecchino” e se ne andavano a fumare e a telefonare in riva al mare senza – temo – capire cosa avessero nel bicchiere, ma i più hanno ascoltato la storia della cantina, il metodo di produzione, hanno assaggiato le varie tipologie proposte e mi hanno regalato il loro punto di vista.
Sembra esserci interesse verso vini identitari, riconoscibili ma misurati. Ho riscontrato ricerca di eleganza, o almeno di finezza, e ho visto preferire abbastanza sistematicamente i vini di qualità superiore, sebbene per certi aspetti meno facili.
Insomma, anche se il campione è falsato – perché si tratta pur sempre del pubblico di una manifestazione di settore, perciò già minimamente competente o quantomeno aperto all’argomento – per noi importatori e distributori di vino pare esserci da ben sperare, perché i consumatori colti e consapevoli ci sono.
Non resta che da aspettare che lo scoprano anche i ristoratori e inizino a offrire vini all’altezza di questi palati!