Maratona Riesling AIS Trieste

Maratona Riesling AIS Trieste

MARATONA RIESLING

Il 18 maggio la delegazione triestina dell’Associazione Italiana Sommelier ha organizzato, presso l’Hotel NH di Trieste, la “Maratona Riesling”, una serata tutta dedicata a questo nobile vitigno in cui, in quasi quattro ore, abbiamo assaggiato 15 vini, provenienti da diverse zone del mondo.

Già, perché il Riesling non è solo tedesco, e il vitigno, come pochi altri, è in grado di mantenere la sua identità pur facendosi chiaro interprete di ogni territorio; ma andiamo con ordine.

Per me era una serata attesissima, sia perché del Riesling sono appassionato, sia perché, da importatore di Riesling tedeschi, austriaci e alsaziani (ma a catalogo ne ho anche uno italiano, eccellente, ora che ci penso), mi faceva piacere che altri appassionati di vino e sommelier di Trieste approfondissero la conoscenza di questo vitigno, che – diciamocelo – non è esattamente sulla cresta dell’onda, per quanto ingiusto tale oblio sia.

Il motivo per cui il Riesling non è un vino sulla bocca di tutti immagino vada ricercato nel fatto che in un passato relativamente recente sono stati imbottigliati, sotto questa etichetta, vini a dir poco discutibili, che hanno fatto perdere al “brand” Riesling il suo prestigio, anzi lo hanno fatto associare a vino di bassa qualità.

Il pubblico di sommelier e appassionati presente alla serata di Trieste, invece, era sufficientemente ben informato sulla qualità del “vero” Riesling, tanto da essere accorso numeroso e curioso, complice anche la presenza della presidente della sezione AIS dell’Alto Adige, Christine Mayr, relatrice piacevolissima che, oltre che con la notoria competenza, arricchisce la propria esposizione con sincero entusiasmo.

Si inizia con un fuori programma, uno spumante – a parer mio ottimo – metodo classico da uve 100% Riesling, il cui dosaggio è stato effettuato, anziché con un liqueur d’expedition, con un TBA di Riesling.

RIESLING – PRIMA PARTE

Nella prima parte della serata esploriamo i Riesling non tedeschi: il primo è prodotto in Val Venosta, sui pendii scoscesi di Castel Juval, e mostra l’eleganza e la finezza che questi terreni e questi climi possono far risultare nel vino; seguono esempi austriaci, dalle rinomate Kamptal e Wachau, che Christine definisce più volte “barocchi”, per la loro maggiore struttura e “larghezza”; non mancano i celebri Alsaziani, dalla caratteristica texture (che il WSET definisce, azzeccandola, “oleosa”) che li rende sempre distinguibili; chiude la panoramica mondiale con un Riesling della Nuova Zelanda, esemplare per il vigore e i sentori di frutti esotici, ma poco entusiasmante in quanto a pulizia ed eleganza… personalmente ho assaggiato connazionali migliori.

L’AIS di Trieste ha pensato anche a uno spuntino, per permettere ai partecipanti di affrontare la Maratona Riesling con rinnovate energie, e di divertirsi ad abbinare le diverse espressioni di questo vino poco comune con pietanze quotidiane, tra cui salumi, insalata caprese, insalata fredda di orzo e una fragrante pizza in teglia.

La pizza è uno dei miei abbinamenti preferiti con il Riesling (lo suggerisco spesso), anche se riconosco che il più canonico sushi sia altrettanto soddisfacente.

RIESLING – SECONDA PARTE

Gli ultimi sei vini sono tutti Riesling tedeschi, e rivelano anche meglio dei precedenti l’eccezionale capacità del Riesling di farsi interprete del territorio e di tradurre in aromi le caratteristiche dei suoli e le condizioni climatiche.

La Rheingau è la regione a nord del solo tratto di Reno che scorre da ovest a est, e perciò è costituita da pendii – peraltro pronunciati – esposti a sud, irraggiati ulteriormente dal riflesso del sole sulle acque del fiume, che hanno anche il benefico effetto di prevenire le gelate, creando sufficienti correnti d’aria.

Qui il Riesling è alla sua massima espressione, e infatti è da qui che si ritiene provenga.

Seguono esempi dalla regione della Mosella, la zona intorno al tratto tedesco del fiume in cui già i romani coltivavano la vite, con i vigneti piantati su pendenze difficili a credersi. Il Riesling della Mosella è di corpo più delicato e presenta un caratteristico residuo zuccherino piuttosto evidente.

La serata si conclude con un auslese di Bernkastel del 1992, imbottigliato nel ‘12, naturalmente ancora fresco e dalle straordinarie complessità e persistenza.

PROPOSTA ASSAGGIO

Per gli amanti del Riesling (e per vuole provare cose diverse) ho preparato una proposta assaggio con i Riesling che importo e distribuisco con la mia attività. Per ricevere l’offerta scrivetemi a alessio @ enotecaadriatica.com