Vigneti di Barolo, immagine di Federico Carpino [instagram @federicocarpino]

 

Dopo aver conseguito il secondo livello del Wine and Spirit Education Trust lo scorso febbraio, sono ripartito da Trieste alla volta della Valpolicella per sostenere l’esame del terzo livello, insieme a all’amico e collega sommelier Federico Alessio.

In Italia ci sono diversi fornitori di corsi WSET, ma io sono tornato al corso di Wine Academy Italia (in Valpolicella per ovvie ragioni di vicinanza con Trieste) perché ero rimasto entusiasta del corso del secondo livello e dell’insegnante, Robert McNulty, con il quale avevo anche organizzato un seminario di degustazione a Trieste, proprio per familiarizzare con la metodologia WSET in vista di questo esame.

Spiegavo qui il mio punto di vista sulla formazione offerta da WSET e AIS e perché non riesca a vederle del tutto in contrapposizione.

Di certo prepararmi per gli esami di WSET con Wine Academy Italia ha migliorato come sommelier me personalmente.

Perché ho scelto di nuovo un corso #WSET con @wineacademyitalia Condividi il Tweet

1. Didattica e concentrata

Non posso esprimermi su altri fornitori, io avevo inizialmente scelto Wine Academy Italia perché offre la formula del “ritiro didattico”.

Dopo lo studio individuale dei testi d’esame, alcune giornate di corso permettono una full immersion sul tema per chiarire i dubbi e i passaggi più importanti, e per capire la dinamica dell’esame.

L’esame diventa una specie di vacanza, anche grazie all’ottimo trattamento riservatoci dalla Tenuta Serego Alighieri e al gruppo affiatato che si forma.

2. Numero limitato di allievi e lezioni coinvolgenti

Una classe di una decina di persone permette a tutti di partecipare attivamente alla lezione, rispondendo e ponendo domande, sperimentando modalità di esposizione, confrontandosi continuamente.

Il gruppo di studenti del terzo livello, poi, è motivato, appassionato e ha conoscenze pregresse che rappresentano un valore per tutti.

3. Equità del titolo e delle competenze

Probabilmente la mia cosa preferita.
L’esame WSET è tutto scritto, i test degli allievi vengono sigillati non appena vengono consegnati e inviati a un’unica commissione a Londra. Ogni domanda dà al massimo un determinato punteggio e pochissimo, praticamente niente, resta all’interpretazione o alla sensibilità dell’esaminatore (che comunque non cambia).

La mia preparazione è confrontabile con quella di chiunque altro nel mondo abbia sostenuto lo stesso esame.

4. Rigore espressivo

La terminologia WSET per descrivere il vino è piuttosto ridotta e semplificata, eppure molto precisa. Questo all’inizio limita un po’ l’espressività – specie di chi tende a descrizioni letterarie – ma permette descrizioni esatte e inequivocabili, indispensabili quando si deve trasmettere un’idea di vino a qualcuno con cui non abbiamo terreno in comune.

5. Visione cosmopolita e oggettiva

Concentrarsi meno su una zona significa, sì, perderne molto, ma anche poter scoprire l’essenziale di altre. Per lavorare nel mondo del vino è importante conoscere cosa si è e cosa si offre, ma anche chi sono e cosa offrono “gli altri”, così come cosa pensano gli altri di noi e come si evolvono le tendenze.

Scopo del WSET non è stabilire quale sia il vino più buono o la zona più prestigiosa, ma identificare e trasmettere le peculiarità di ciascuna realtà e stimolare a ragionare sui motivi del suo successo e su ciò la rende oggi rilevante nel panorama del vino.

Buoni propositi per diventare un sommelier migliore

Indipendentemente dall’esito (ancora incerto), partecipare al corso per l’esame del terzo livello del Wine and Spirit Education Trust mi ha migliorato come sommelier non tanto per le nuove nozioni – che forse potevo imparare per conto mio – quanto per la nuova prospettiva sul mondo del vino che mi ha dato.

Se la sua disponibilità lo permetterà, ho intenzione di organizzare un nuovo seminario di degustazione con Robert McNulty, anche per offrire ai sommelier che non vogliono intraprendere un intero cammino di studi o non hanno la possibilità di allontanarsi a lungo da Trieste l’opportunità di ampliare le proprie competenze.

… Io non vedo l’ora!