VieVinum 2018

VieVinum 2018

Ho atteso alcuni giorni nella speranza che l’entusiasmo scemasse, per non pubblicare un reportage infarcito di superlativi, ma non è servito: l’esperienza a VieVinum 2018 è stata tanto positiva che ora sono certo ne conserverò sempre un ricordo eccellente.

VieVinum è una manifestazione dedicata al vino austriaco che si tiene a Vienna ogni due anni, e che nel 2018 ha festeggiato i vent’anni di esistenza.

Come era accaduto in occasione del ProWein di Dusseldorf, il confronto con le mie esperienze a Vinitaly è stato impietoso, con i Germanofoni che vincono per goleada, ma voglio restare convinto di avere avuto sfortuna, a Verona.

VieVinum parte con una marcia in più rispetto alle altre grandi manifestazioni sul vino che ho visitato, perché non si tiene nei padiglioni di una fiera, ma nel palazzo di Hofburg, storica residenza degli Asburgo e ora sede del parlamento austriaco, in pieno centro, a due passi dai luoghi di maggior interesse della città e esso stesso un’attrazione da non perdere.

L’altrimenti impeccabile organizzazione non brilla per logica nello scegliere di distribuire i bicchieri presso un banco collocato a fianco dello scalone centrale, in un corridoio di intenso passaggio, creando una zona intasata e inutilmente scomoda nei primi ambienti, ma è l’unica pecca, che peraltro non inficia più di tanto la visita.

I produttori sono distribuiti negli ampi saloni per zona di appartenenza; questo rende intuitivo e facilmente pianificabile il percorso di visita e permette ai più nerd di confrontare comodamente i vini di una stessa regione, assaggiandoli – volendo – uno dietro l’altro.

Contemporaneamente, nelle sale conferenza del palazzo, esperti di caratura internazionale guidano panel di degustazione tematici dedicati alle peculiarità delle varie regioni vinicole austriache.

L’Austria – chi mi segue lo sa già – non sarà un paese vinicolo di grido, ma ha in realtà una produzione ricca e di qualità, ed è appassionante confrontare i risultati che i vari produttori ottengono dai medesimi vitigni (il grosso della produzione si concentra su Grüner Veltliner, Riesling, Sauvignon Blanc, Zweigelt e Blaufränkisch) su diversi terreni e in diversi climi, e c’è parecchio da sapere e da approfondire.

Tre giorni non sono bastati per visitare a fondo VieVinum e se fossi potuto tornare un quarto e un quinto giorno, non mi sarebbe pesato.

Il primo giorno visito i “miei” produttori, quelli che importo e che conosco già, per assaggiare le novità e avere conferma della bontà della mia scelta.
Mi spiace solo che non ci siano tanti Italiani ad assaggiare i loro vini, a quest’ora scriverei da un atollo polinesiano.

Christian Bauer, il mio contatto a Vienna che mi aveva a suo tempo introdotto presso le cantine che già importo – mi accompagna, poi, a conoscere alcuni fra i produttori che ritiene più meritevoli. Il suo palato è una garanzia, tutti producono vini ottimi.

Il secondo e il terzo giorno di fiera sono dedicati alle nuove scoperte: vado a verificare la bontà delle segnalazioni degli amici sommelier di Trieste, anche loro venuti a Vienna apposta per VieVinum, e di Christian. Poi mi lascio guidare un po’ anche dal caso, e casco mediamente molto bene.

Il ricordo è molto positivo anche grazie al contegno dei visitatori, che a VieVinum sono sempre composti e complessivamente rispettosi del prossimo, e comunque mai sopra le righe o visibilmente alticci, come capita di trovare, specie a fine giornata, in altre fiere.

Strepitose le degustazioni sedute, per organizzazione, qualità dei vini proposti e livello dei relatori sono fra le migliori cui ho partecipato. Mi sono piaciute particolarmente quella sui Pinot Noir europei prodotti al di fuori della Borgogna e quella sui terreni della Stiria, regione vinicola del sud-est dell’Austria, dove sono in procinto di recarmi per assaggiare di nuovo i vini di alcune delle cantine che ho preferito.

VieVinum Pinot Noir

VieVinum 2018 in breve:

La cosa migliore: le degustazioni seduti
per non parlare di: un Riesling della Kamptal che quando lo hanno vendemmiato era vivo Freddy Mercury
La cosa peggiore: la distribuzione dei calici – davvero, non si può criticare altro
a voler esser rompiballe: i vini svizzeri non mi hanno fatto impazzire, ma la selezione era troppo limitata per fare testo… diciamo che non smanio più di curiosità
Quanti vini ho assaggiato: circa 100 al giorno, calice più, calice meno
Quanti vini ho bevuto: una decina di sorsi al giorno, più il vino a cena
Quanti chilometri ho fatto: circa 20 al giorno, spostamenti inclusi
Miglior scoperta: i Sauvignon stiriani, che conoscevo solo di fama
Miglior conferma: il Gruener Veltliner, most underrated white wine ever!
Delusione più atroce: Quelli buoni già importati
La chicca: il sidro di Goldkehlchen
Ricorderò per sempre: cinque grandinate in due viaggi!